Lui & Lei

E SE...


di Membro VIP di Annunci69.it Impiegato86
21.07.2024    |    2.051    |    7 9.8
"Sparito dalla mia vista lì sento bisbigliare qualcosa e poi riprendere più forte di prima..."
E SE…


Ho bisogno di scrivere quello che effettivamente non è successo, ma che probabilmente avrei voluto che succedesse.

Sono una Sagittario e riconosco forte in me una caratteristica tipica di questo segno, tendo a rimuginare su fatti che mi sono accaduti e il mio cervello si attiva quasi automaticamente a elaborare uno svolgimento diverso di quanto avvenuto . Per dirla breve rivivo mentalmente episodi di un passato che non c'è mai stato, ma che avrei voluto vivere. Mi faccio le storie,come si suo dire.

Insomma, "E SE FOSSE?"

Sono una ragazza di 29 anni che, per chi mi vede da fuori, può sembrare tranquilla e serena, ma purtroppo posso dire che con la tranquillità e la serenità la mia vita ha avuto sempre poco a che fare.

Sono dovuta crescere in fretta per alcune vicessitudini familiari che hanno fatto sì che sia più matura per la mia età.

Convivo da qualche anno con il mio moroso, con il quale sto insieme da più di 10 anni. E proprio qui sta il fatto. Proprio sulla mia vita sentimentale, e più precisamente nella sfera sessuale con il mio partner, sento di avere dei vuoti.

Se si cercasse sull'encicloepedia la voce passione oppure la voce sensualità, sicuramente non ci sarebbe la sua foto. Ma direi che se continua così ci si potrebbe trovare la mia, perché dopo mesi di rapporti sessuali freddi o quasi inesistenti, mi sono trovata a vivere una insoddisfatta vita amorosa. E questo a fatto sì, che il fuoco dentro di me si risveglissse e non mi facesse dormire la notte.

Non credo di essere una ragazza appariscente o che si fa notare, ma la natura mi ha donato un seno prosperoso, una quinta che attira molti uomini e comunque se il caso lo ritiene opportuno, so come mettermi in tiro. E in questi casi vedo che molte sono le occhiate lascive che cadono su di me.

Negli ultimi anni ho preso qualche chilo, ma su questo ci sto lavorando, con qualche risultato visto che il mio collega alterna sguardi rivolti a me a forma di cuore ad altri decisamente più famelici.

Abbiamo un bel rapporto, è un amico fidato e capita che qualche apprezzamento nei miei confronti sia espresso da parte sua.

Per carità, fa sempre piacere ricevere un complimento, ma io sento un bisogno più carnale di essere presa e "mangiata" in un sol boccone, insomma posseduta.

Sono una persona capace di organizzarsi contro ogni probabile evenienza, ma anche se capita l'imprevisto so come affrontarlo.

Sono una persona che sa gestire la sua vita e forse per questo che nel letto voglio essere allaa mercè del mio amante, seguendo la legge del contrappasso, voglio essere "posseduta".

E qui nasce la mia insoddisfazione.

Il mio ragazzo di natura non è portato a dare, ma solo a ricevere e contento lui, contenti tutti e io rimango con una voglia che a lungo andare si è accumulata fino a farmi soffrire e a cercare una soddisfazione che non so come accontentare.

O meglio, ogni volta che faccio la doccia l'accontento facendo scivolare il getto tiepido del doccia in mezzo alle gambe, precedentemente insaponando con molta insistenza, con l'altra mano in aiuto, che mi tortura un capezzolo, o a volte, che mi massaggia il buchino dietro.

Ultimamente la mia mente sta riformulando un episodio successo a Ottobre scorso.

Ero a Napoli per lavoro. La ditta per la quale lavoro aveva organizzato un meeting aziendale con gli agenti italia che a loro volta avevano accompagnato il più importante cliente della loro zona.

Avremmo fatto vedere la nuova gamma di prodotti e discusso le nuove politiche commerciali e soprattutto visitato il nostro stand. Si trattava di passare un weekend, partire presto venerdì mattina e tornare domenica sera.

A parte il meeting di sabato, gli altri due momenti importanti a cui non avremmo dovuto mancare io e i miei colleghi erano due cene. La prima il venerdì sera e l'altra il sabato sera.

Arivata in albergo abbiamo preso le chiavi delle nostre stanze e qui ci accorgiamo che io e i miei colleghi siamo su due piani diversi. A me capita una camera al pian terreno non lontano dall'ingresso.

La camera era molto grande per essere una singola, infatti aveva un letto matrimoniale, ma sono state due le cose che mi hanno colpito. Un bagno molto grande con una doccia senza pareti o tendine, quindi aperta. L'altra, la presenza di una porta chiusa comunicante sicuramente con la camera adiacente.

Dopo il lungo viaggio in auto ne approfitto per sistemare le mie cose in stanza e preparo la mise da indossare per la prima cena di questo weekend impegnativo.

Arrivati alla bellissima e suggestiva location di Posillipo, siamo stati accolti da un aperitivo caratterizzato da cornetti di fritto di mare o di terra e dall'open bar. Come diceva il mio collega ci saremmo dovuti divertire e ho iniziato la serata con due gin tonic e uno spritz.

A cena poi ho annaffiato il primo e il secondo con un gewurztraminer che andava giù come l'acqua. Inutile dire che a fine serata ero brilla.

Dopo aver scansano le avance del mio collega che indicava dove finire la serata, siamo tornati tutti in albergo.

Io ero alquanto eccitata data l'elevata quantità di alcol in corpo e l'accumulata astinenza col moroso rimasto a casa.

Mi feci una doccia per calmare i bollenti spiriti. Se i miei colleghi avessero bussato alla mia porta probabilmente li avrei accolti con solo il telo da doccia avvolto attorno al mio fisico ancora bagnata dalla doccia appena fatta.

Stavo per mettermi a letto quando ho sentito dei rumori inequivocabili provenire dalla porta chiusa a chiave che confinava con la stanza adiacente. Una coppia stava inequivocabilmente scopando. Ne ero sicura perché sentivo lei urlare di spingere più forte mentre gli sbuffi di lui erano sincronizzati con lo sbattere del letto contro il muro.

Nelle mie condizioni mi avvicinai alla porta per sentire meglio, si sa la curiosità è femmina, e per non essere da meno mi accovacciai a sbirciare dal buco della serratura dove si intravedeva una luce fioca. Purtroppo la coppia che stava consumando sonoramente non era visibile dalla serratura, ma rimasi speranzosa di captare qualche visione prima o poi dei loro corpi.

Nel frattempo avevano smesso per ricominciare poco dopo. Io al massimo della mia eccitazione ed estremamente accaldata mi tolsi i pantaloni del pigiama e le mutande per stare libera ritornai inginocchiata con l'occhio alla serratura tenendomi con una mano contro la porta e con l'altra iniziai a titillarmi il clitoride. Passavo prima dal clitoride per poi massaggiare le labbra per poi tornare nuovamente sul mio bottoncino. Ogni volta che ripetevo questo spostamento aumentavo il ritmo che via via stava salendo assieme alla mia eccitazione.

Intanto la coppia si era fermata e stavano cambiando posizione e fu così che passarono davanti alla porta e potei finalmente vederli.

Erano una coppia sulla cinquantina, lei piacente, ma con la pancetta e un seno leggermente cadente, ma non grosso quanto il mio.

Lui, brizzolato, con un fisico asciutto, da dove in contro luce si potevano scorgere i muscoli dell'addome e del petto, per non parlare delle braccia e delle spalle, risplendenti alla luce della loro abat-jour perché madidi di sudore.

Quando si girò per bere riuscì a scorgere finalmente lo strumento che dava così tanto piacere alla sua donna. In mezzo alle gambe aveva un cazzo lungo almeno quanto uno spazzolino elettrico, ma grosso quanto un deodorante spray. Insomma era molto dotato. E pensare che dopo l'amplesso lo vedevo semi barzotto. Solo a osservarlo così mi bagnai ancor di più, ma appena immaginai come poteva essere in completa erezione, dovetti infilarmi due dita dentro la figa fradicia. Ero un lago.

Anzi il lago si era creato a terra tra le mie ginocchia.

Mentre mi accorgo di quanto avevo combinato a terra sento la voce di lei.

-"DAI TESORO, SONO ANCORA TUTTA UN FUOCO, VIENI A SPEGNERMI".-

La mano mi parte subito in mezzo alle gambe e l'altra sotto la maglia per stringere un capezzoli tra le dita. Vedo lui che se lo massaggia per farlo ritornare duro e lo vedo in tutto il suo splendore.

Saranno stati circa 20 cm a occhio e croce. Diciamo che il mio deodorante spray non aveva niente da invidiare alla sua attrezzatura.

Appena lo vedo penso: "ahhh, lo voglio… Lo voglio tutto per me"

Persa nel mio momento ci metto qualche secondo in più a realizzare che forse non l'ho solo pensato, ma l'ho proprio detto.

E credo anche con un tono di voce non proprio basso. Mi accorgo di questo perché dal buco della serratura vedo lui che si è fermato un attimo e ha rivolto il suo sguardo verso la porta.

Questo mi fa gelare il sangue e mi sposto in maniera fulminea dalla serratura facendo perno sul piede sinistro e finendo con la schiena appoggiata alla porta. Guardando in basso mi rendo conto di una cosa che mi era sfuggita.

Tra il pavimento e la porta c'è uno spazio di mezzo dito e realizzo anche che il pavimento non è interrotto da una soglietta per dividere le due camere, ma continua tra una camera e l'altra. Molto probabilmente era una camera unica, una suite, composta da due stanze che in seguito per necessità, i proprietari dell'hotel avranno diviso in due camere aumentando la capacità della struttura.

Durante questi ragionamenti il sangue è tornato al cervello e il mio colpo d'occhio mi fa gelare il sangue…mi sono toccata talmente tanto che non mi sono accorta di essere venuta almeno un paio di volte.

Altrimenti non si spiega quella pozzanghera davanti alla porta, ma la cosa che mi fa diventare piccola piccola dalla vergogna è che il segno del mio godimento e della mia lussuria, sono passati sotto la porta e sono finiti dall'altra parte, nella loro camera.

Sento dei passi che si avvicinano alla porta… Ho Il cuore in gola. Non sento altro che i passi e i battiti del mio cuore che mi sfondano i timpani.

Guardo al pavimento e vedo un ombra avvicinarsi alla porta. I passi si sono fermati.

Butto furtivamente un occhio sotto la porta e vedo la mano di lui che tocca i miei umori colati all'interno della sua camera.

La mano di solleva da terra umida, mi basta per alzarmi da terra e appiattirmi al muro adiacente. Ho le orecchie tese, pronte a captare ogni singola vibrazione nell'aria.

Sento il rumore di qualcosa che viene succhiato e poi sento una voce bisbigliare - "Sai di buono, chiunque tu sia" -

Paralizzata da quelle parole, non ho la forza di muovermi, ma sento la voce di lei richiamarlo: - "che fine hai fatto, dai che ho ancora voglia, vieni a darmi il colpo di grazia. Domani ci aspetta una giornata impegnativa".

"arrivo, scusami".

Sento i suoi passi mentre si allontana. Mi rimetto in posizione per vedere dal buco della serratura e noto che sta di profilo rispetto alla porta, quindi sta guardando il letto sicuramente, e si tiene il cazzo in mano menandolo per recuperare tonicità.

Noto che passa l'altra mano dalla bocca al naso. Un flash mi fa capire che si tratta della mano intrisa dei miei umori, quelli che li sono piaciuti tanto. E appena un attimo prima di fiondarsi nel letto col cazzo totalmente dritto inclina la testa verso la serratura della porta, dove è convinto di trovarmi a guardarlo, e mi fa un occhiolino.

Sparito dalla mia vista lì sento bisbigliare qualcosa e poi riprendere più forte di prima. Vuole essere sicuro che li senta bene, il porco.

Io non potendo più osservare, mi sono buttata nel letto dove finalmente stavo più comoda e ho continuato a darmi piacere ascoltando il loro amplesso, fino a godere. Stremata all'ennesimo orgasmo della serata, ho messo la sveglia al telefono e mi sono messa sotto le coperte. La giornata seguente sarebbe stata molto impegnativa perché ci sarebbe stato il meeting vero e proprio con gli agenti e con i clienti e quindi avrei dovuto avere una certa presenza.

Al suonare della sveglia, ancora intontita dall'alcool della cena della sera prima, e anche provata dai molteplici orgasmi provati con i miei vicini di camera, mi sono infilata in doccia e poi vestita per fare colazione.

Non metto al corrente i miei colleghi di quanto avvenuto, altrimenti prima di andare a dormire me li troverei in camera anche solo con la scusante di poter sentire qualcosa…e siccome anche stasera pare ci sia in programma un'altra cena, probabilmente si finirà a bere e ho paura di non controllarmi… Da sola posso fare quello che mi pare, ma con i miei colleghi, poi non oso immaginare con che faccia si dovrebbe lavorare insieme.

Scaccio questi pensieri addentando la brioche e bevendo il cappuccino.

Finita la colazione ritorniamo in stanza per lavarci i denti. Ho qualche minuto prima del rendez-vous col capo e il direttore commerciale e uno dei miei colleghi. Mi lavo i denti e sento bussare alla porta. Probabilmente uno dei miei colleghi è venuto a farmi fretta. C'è molta agitazione da parte del capo e del direttore commerciale per la giornata di oggi.

Vado ad aprire la porta con lo spazzolino in mano e la bocca piena di dentifricio, ma non trovo nessuno.

Strano, penso. Richiudo la porta della stanza per recarmi nuovamente in bagno e mi accorgo di un bigliettino di carta piegato. Si trova sul pavimento, proprio davanti alla porta che divide la mia camera da quella accanto.

Rimango un attimo interdetta. Quindi non avevano bussato alla porta della stanza che dà sul corridoio, ma alla porta che divide le due camere. E immagino che sia stato il lui della coppia a infilarlo sotto la porta.

Sicuramente sarà dietro la porta ad ascoltare o a spiare se lo raccolgo . Per adesso decido di ritornare in bagno. Sono sotto attacco e mi sento allo scoperto qui in mezzo alla stanza, davanti alla porta.

Scavalco il foglietto e volo in bagno a sputare il dentifricio e a sciacquarmi la bocca. Con la coda dell'occhio vedo sempre il biglietto a terra.

Colluttorio e qualche gargarismo, guardando sempre quel pezzo di carta. Ho un agitazione che mi attanaglia. La paura che mi apre il petto come fossi stata colpita da una bomba. Quel bigliettino è una bomba che è esplosa e mi sta facendo morire di curiosità.

Sento chiudere una porta vicino e dei passi che si allontanano nel corridoio verso la reception.

In punta di piedi mi avvicino alla porta che divide le nostre due stanze.

Appoggio delicatamente l'orecchio per captare qualche suono.

Tutto tace. Allora decido di raccogliere da terra il pezzo di carta e di aprirlo.

Leggo col cuore che batte all'impazzata:

"CIAO, NON VOGLIO SAPERE COME TI CHIAMI O CHI SEI, MA SOLO DIRTI CHE PER LA PRIMA VOLTA SAPERE DI ESSERE OSSERVATO, MI HA FATTO ECCITARE ANCORA DI PIÙ. TI. RINGRAZIO.

P. S. HO GRADITO IL TUO SAPORE. MI HA FATTO IMPAZZIRE."

Sono scioccata e da una parte anche lusingata. Nessuno mai mi aveva fatto partecipe del proprio piacere, nemmeno il mio ragazzo con cui convivo, e che non mi sbatte a dovere da mesi.

Ho tante idee confuse in testa che portano tutte alla stessa cosa, sento il mio perizoma umido e attaccato alle mie labbra . Rileggo il biglietto una, due, più volte, e mi sto bagnando sempre di più.

Mi suona il telefono, é il mio collega che mi scrive che è pronto e che si trova nel parcheggio insieme al capo.

Inspiro profondamente. L'ossigeno mi fa recuperare lucidità e logica. Prima il lavoro, a questo ci penserò dopo il meeting.

Piego il biglietto e lo metto nella tasca della giacca. Prendo la borsa ed esco dalla stanza. Chiudo la porta immaginando tutti i miei pensieri rimasti in camera ad aspettarmi.

Raggiungiamo il luogo del meeting. È la stessa location dove la sera prima abbiamo cenato e dove con i miei colleghi ho iniziato questo weekend assurdo.

Durante la presentazione dei nuovi modelli sento il titolare e il direttore commerciale spiegare tutto ciò che sono le novità riguardo ai nuovi prodotti e alle nuove politche commerciali.

Sento parole, numeri. Sento i toni dei presenti alzarsi per ribattere alcune cose che ovviamente non sono state accolte positivamente, e poi sento mani che applaudono, concordando quelle idee che dovrebbero portare più fatturato a tutti nell'anno che verrà.

Sento solamente,ma non ascolto davvero. Ho un pensiero in testa, e si sta divertendo facendo l'hoola hoop con il cerchio alla testa che mi regolato l'alcool e una notte con poche ore di sonno.

Ogni tanto la mia mano finisce in tasca dove ho ripiegato il foglietto che il mio vicino di stanza mi ha segretamente recapitato, giusto per vedere se è ancora lì. Mi perdo così velocemente seguendo il filo dei miei pensieri, che questo gesto mi riporta alla realtà e mi conferma: SI, È TUTTO VERO. È SUCCESSO. MI SONO ECCITATA DURANTE LA MIA PRIMA ESPERIENZA DA VOYEUR. E ADESSO QUESTA EPISTOLARE LUSINGA.

Il cervello mi riporta alla realtà ogni volta che la voce nella mia testa recita queste parole.

Non so come, ma il meeting arriva alla sua conclusione e si arriva al pranzo. Una volta rifocillati ci saranno i colloqui individuali con gli agenti, i loro clienti e il nostro direttore commerciale.

Noi non siamo più necessari e veniamo scortati insieme ai campioni dei nuovi modell, direttamente all'hotel.

Sono le 15.00, sono mentalmente stanca, ma il corpo ha voglia e richiede soddisfazione.

Scrivo al mio ragazzo. È a casa, mi chiede come va.

Gli rispondo che è andato tutto bene e che sento la sua mancanza. Non siamo abituati a dormire separati.

Lui mi risponde che ha voglia di fare sexting. Io gli dico chiaramente che sono in camera da sola e che possiamo tranquillamente fare una video chiamata e che sono già senza pantaloni e con il perizoma bagnato.

Abbiamo voglia, ci scaldiamo e per quanto possa arrecare qualche sollievo darsi piacere da soli, tramite videochiamata a chilometri di distanza, non è appagante come una sana scopata. Nonostante ciò mi impegno e sento che sono vicina al l'orgasmo, ma mi manca quel contatto fisico che mi porterebbe all'apice.

Sento un Toc Toc provenire dalla porta che comunica con la stanza adiacente. Alzo la testa e vedo nello spiraglio sotto la porta la luce della camera accesa e un ombra.

La luce non filtra dallo spioncino della porta, vuol dire che qualcosa si trova tra la luce sprigionata dal lampadario e la porta.

Sono piu sicura che si tratti di una persona, della stessa persona che ha gustato il mio sapore. Lo stesso sapore che hanno adesso le mie dita.

Tutto mi viene naturale, incomincio a incitare il mio ragazzo parlando sporco e dicendogli cosa lo può far eccitare ancora di più per portarlo a venire il prima possibile.

"DAI AMORE, FAMMI VEDERE COME TE LO FACCIO VENIRE DURO. HO VOGLIA DI SUCCHIARTELO. ME LO FICCO IN MEZZO ALLE TETTE E TE LO SUCCHIO IN PUNTA COME PIACE A TE. LE VEDI LE MIE TETTE? GUARDA COME MI TORTURO I CAPEZZOLI… SOLO PER TE."

In tutta risposta il mio ragazzo fa lo stesso, ma ho le cuffie e chi mi sta ascoltando dietro la porta sente solo quello che sto dicendo io. come se le mie parole fossero dirette solo al mio vicino, che mi immagino nudo col quel cazzo incredibile in mano e l'occhio attaccato alla serratura. L'idea che mi stia guardando e che la visione di me a gambe aperte con una mano nella figa e l'altra che stringe il mio capezzolo lo stia facendo eccitare mi fa venire tutta in una volta.

Il mio ragazzo viene insieme a me, ma ormai non me ne frega più di lui, ma cerco di non darglielo a vedere.

Il mio pensiero è chiudere quanto prima la conversazione col mio ragazzo. Sono curiosa di capire se il mio vicino di stanza mi stia spiando come ho impressione che stia facendo.

Mi invento una scusa col mio moroso e chiudo la videochiamata.

Scendo seminuda dal letto e sento ansimare dietro la porta.

Sento rumore di passi che si allontanano e poco dopo sento altri passi che si avvicinano. Da sotto la porta un altro foglietto. Lo raccolgo e lo leggo: "CONTINUA, NON TI. FERMARE, FAMMI VENIRE"

Decido di stare al gioco. Prendo una penna e scrivo:"UN ATTIMO, GODITI LO SPETTACOLO" e faccio ripassare il biglietto sotto la porta.

Prendo dal beautycase la mia spazzola e decido di mettermi a pecorina sul letto col culo e la figa in direzione della serratura della porta.

Faccio passare il manico sulle labbra per inumidirlo un po', mentre con l'altra mano mi allargo il culo in modo che col dito possa solleticarmi il buchetto.

Sento dei gemiti dietro la porta. Sono sommessi perché è pur sempre pomeriggio ed è possibile che nelle altre stanze ci sia altra gente che voglia riposare in procinto di quello che il sabato sera napoletano può offrire.

Mi sto bagnando sempre di più, finché non resisto e decido di godere ancora di più. Voglio raggiungere il massimo del piacere che mi sta dando questa situazione. Voglio regalare il mio orgasmo all'occhio dello sconosciuto a cui sto provocando, solo con la mia esibizione, tanto godimento.

Voglio che il mio orgasmo lo accompagni verso il suo.

Sarebbe ancora più eccitante sentire i suoi gemiti mentre viene e sentire il suo sperma caldo che si infrange sul mio corpo.

Me lo spalmerei addosso per sentire tutto il suo piacere. Per farlo mio.

Allungo la mano dentro al beautycase che mi ero avvicinata sul letto poco prima.

Prendo il mio mascara.

È un mascara particolare. Me lo sono portata apposta da casa per questo viaggio perché ero sicura che ne avrei fatto uso, non solo per il make-up.

Questo mascara ha una forma particolare. È di forma fallica. Allungato e molto spesso, diciamo che assomiglia a un piccolo dildo.

Immagino che il designer avesse voluto giocare molto su questo secondo utilizzo quando lo ha progettato.

Il dato di fatto è l'incredibile indice di vendita di questo prodotto.

Mi posiziono verso il bordo del letto a pancia in su e con le gambe aperte.

La mia figa depilata in linea d'aria con la serratura della porta.

Porto il mascara sul mio clito e lo strofina, mi bagno. Lo sento e lo capisco dal fatto che la luce della lampada sul comodino riflette sulle gocce che sono sul mio mascara.

Decido di andare oltre e di ficcarmelo dentro. Tutto. E poi tirarlo fuori. E di nuovo dentro. Inizia così un movimento che aumenta il mio piacere e mi fa emettere gemiti, prima fiebili e poi alzando sempre di poco più i toni. Voglio farmi sentire da lui, mica da tutto l'albergo.

Con l'altra mano mi sto toccando un seno. Lo stringo forte…Lo strizzo. Lo prendo dalla base forte e faccio scivolare la mano fino al capezzolo che chiudo tra il mio pollice e l'indice e tiro fino a quando il piacere non si mischia con un po' di dolore.

Poi, con movimenti circolari, faccio passare la punta del dito sull'aureola attorno al capezzolo risalendolo fino alla punta. Dopo di che, prendo il mio seno e me lo porto alla bocca succhiandomelo.

L'altra mano è impegnata nel suo lavoro costante di riempirmi la figa col mio mascara Toyboy.

Sento che i miei umori mi stanno colando dalla figa fino in mezzo alle chiappe. Stringo istintivamente i muscoli del mio buchetto e lo sento umido.

Vuole essere riempito pure lui. Senza fermare le mani nel loro balletto sincronizzato, noto accanto a me la spazzola e vedo che il manico non è poi tanto spesso, ma é lungo.

Alla mano che sta impegnata col mio seno viene affidata un’altra missione. Prendere la spazzola e dirigere il suo manico verso il mio buchetto posteriore.

Ormai sono ben lubrificata anche lì. Appoggio la punta del manico della spazzola e basta una leggerissima pressione per entrare. Lo sento e scorre che è una meraviglia.

Ora il balletto delle due mani è un po' più difficile da sincronizzare. Una martella la mia figa con il mio mascara Toyboy e l’altra mi allarga il culetto con il manico della spazzola. È un piacere immenso che cresce sempre di più. Ma che non mi fa perdere letteralmente la testa. Ci vorrebbe qualcuno al posto mio che gestisse entrambi i miei giochetti e diventasse maestro del mio piacere.

”TOC TOC”.

Sento un leggero bussare alla porta. Alzò la testa dal letto e vedo che sotto la porta un foglio viene spinto all’interno della mia stanza.

Appoggio i miei piccoli strumenti di piacere sul letto e mezza nuda mi accovaccio sul pavimento per raccogliere il pezzo di carta. Mentre mi rialzo in piedi leggo:

”VEDERTI GODERE È UNO SPETTACOLO MERAVIGLIOSO. IMMAGINO CHE TU VOGLIA FINIRE, ANCHE IO, MA VORREI FINIRE DENTRO DI TE. CHE NE DICI?

SE LO VUOI ANCHE TU, RIBUSSA A QUESTA PORTA, HO LO CHIAVE PER APRIRLA, MA LA SCELTA LA LASCIO A TE”.

Mi tremano le gambe leggendo quelle parole ”...LA SCELTA LA LASCIO A TE."

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